domenica 28 dicembre 2008

'Sta sera si legge

Per un gruppo di nani che normalmente va a dormire alle 20,30 le vacanze rappresentano il lusso di poter stare svegli più a lungo la sera: dopo la cena ci sono i cartonia animati (quelli lunghi) e poi non paghi cercano di intrufolarsi nel lettone dove la mamma e il papà hanno deciso di andare a distendersi e a leggere qualche pagina prima di andare a dormire.
Così ci si ritrova in 5 in un letto matrimoniale con la speranza che almeno i due grandi si addormentino presto e si riesca poi a spostarli nel loro letto.
Ovviamente, se si tratta di libri illustrati possono seguire la storia con le immagini ma... Tete pretende anche di leggere (pur essendo cosciente di essere un "medio" alla scuola materna di neppure 5 anni).
- Io so scrivere il mio nome e riconosco un sacco di lettere. So che mamma inizia con 'ma', papà con 'pa', don Kija con 'don', Fagino con 'fa'. Quindi so anche leggere - affermava Tete ieri sera
Io mi sono rigirata dall'altra parte ad abbracciare Don Kija mentre Fagino, stranamente, dormiva nel suo letto e non si è svegliato all'arrivo della rumorosa truppa. E Tete si è rivolto a suo padre:
- Papà cosa leggi?
- Un libro da grandi...
- Lo leggiamo insieme?
- No, amore. Lo leggo io. Tu mettiti qui e abbracciami forte mentre chiudi gli occhi...
- Ma io voglio leggere.
- Ma tu non sai leggere e non ci sono le figure.
- Vabbé tu dimmi, dove siamo arrivati?

lunedì 15 dicembre 2008

Mamma, voglio lo sciroppo

E' arrivata l'influenza. O meglio, è arrivata per me.
Per fortuna, i bimbi stanno benone (abbastanza bene Fagino che ha un po' di gola e orecchie arrossate).
Per super-fortuna sta bene anche Dat (sennò sarebbe una tragedia e dovremmo ricorrere a tutte le cure note e meno note perché sopravviva al letale "mal di gola").
Io sto abbastanza male ma, non so se per fortuna o per sfortuna, la febbre mi ha graziata e quindi mi trascino come uno zombi che sussulta per i colpi di tosse tra casa-asilo-ufficio-commissioni quotidiane e pre-natalizie: ho un mal di gola lancinante, il raffreddore, la tosse catarrosa e da un paio di giorni ho una sgradevolissima voce roca (tanto che mi vergogno a rispondere al telefono) e i miei figli grandi mi chiedono "mamma, ma perché parli così?".
Però i bimbi stanno bene.
Oggi siamo stati alla visita pediatrica di controllo e la dottoressa ha decretato che i due grandi sono ok e Fagino deve prendere lo sciroppo antinfiammatorio.

E questa situazione crea in famiglia lo scompiglio della gelosia. Sì, i miei figli non sono gelosi tra di loro per giochi o coccole perché vanno molto daccordo ma non tollerano i "favoritismi" per le medicine.

Difatti, il problema è che il gusto dello sciroppo è buonissimo e... Tete e Don Kija sono gelosi del fatto che sia solo il fratellino a godere del privilegio di ingurgitare lo sciroppo.
- "Anche io lo voglio lo sciroppo" - dice Tete
E Don Kija: "Anche io lo ziroppo. Mamma, ho tanto mal di gola"
- "Ragazzi no, la dottoressa ha detto che state bene..."
Riprende Don Kija: "Alla dottoressa glielo dico io domani all'una che ho mal di gola"
- (.... pensiero interdetto della mamma che ascolta la conversazione ma non la comprende più...)
- "Ma no Don Kija; all'una e mezza, non all'una"
- "Sì, ho mal di gola, di orecchie e anche di pancia. E sul dito ho un cerotto" - riprende Don Kija
Riprendo in mano la situazione: "NO, adesso si dorme. Nessuno sciroppo".
Tete si raffegna ma Don Kija, come d'abitudine, non demorde e per farlo tacere lo devo distrarre. Tento di ingannarlo dandogli una pipetta di sciroppo piena però di acqua e non di sciroppo e, ovviamente, se ne accorge e grida.
Alla fine, per rabbonirlo, facciamo la lotta: gli immobilizzo bambe e braccia e gli faccio solletico di baci sul collo... Tenta di morsicarmi ma alla fine di due minuti di lotta estenuante ridiamo e ci convinciamo a dormire.
Finalmente. Senza sciroppo!
Mentre esco dalla camera don Kija mi chiede: "Ma tu, mamma, la medizina la prendi?"
- "No, amore, non la prendo. Non ho più male" (mento... ma non ho alternativa per non creare un nuovo subbuglio nel suo cuore di bimbo desideroso di attenzioni)

martedì 9 dicembre 2008

(...) Viaggiate coccolati...

Ieri mattina eravamo in auto in direzione casa dei nonni paterni per la missione "albero di natale e presepe". Ad un certo punto mio marito ed io ci siamo messi a discutere (non animatamente, ma comunque a discutere) a proposito di un nuovo strumento tecnologico che mio marito mi ha regalato e che io mi rifiuto di usare (per pigrizia mentale): in sintesi, si tratta di un lettore mp3 che funziona collegato all'accendisigari e trasmette attraverso la radio gli mp3 registrati sulla chiavetta usb inserita nel lettore.
Insomma, io non riesco ad usare questo strumento e, devo ammettere, sono un po' pigra nell'apprenderlo.
I bambini, dietro in macchina, ascoltando la discussione non tifafavo per nessuno dei genitori ma, a turno, facevano pernacchie .
Alla sera, rientrando a casa, Tete dice: "mamma, certo che questa mattina non abbiamo fatto come dice quella pubblicità..."
- quale amore?
- quella che dice "viaggiate coccolati..."
- che cosa intendi?
- (...)
- dai, dimmi cosa intendi...
- (...)
- ci tengo a capire, spiegami...
- sì, insomma: voi due discutevate e, quando si discute, non è "viaggiare coccolati"...
Io e Dat ci guardiamo e ci sorridiamo: - hai ragione, non bisogna discutere. Bisogna viaggiare coccolati...

venerdì 5 dicembre 2008

Noi al nord... stiamo sbagliando tutto!

Ieri sono stata in trasferta in Puglia e rientrando nel (ormai non più) nebbioso aeroporto del nord Italia mi sono resa conto che forse noi operosi del nord stiamo sbagliando davvero tutto:

1) per prima cosa al sud si vive meglio. Così mi raccontava il mio cliente... "Noi qui probabilmente sentiamo meno le ristrettezze economiche rispetto a voi; ovvero, se una persona anziana va in campagna, se vuole, raccoglie le verdure selvatiche e si arrangia così per il cibo" (...)

2) il ritmo è più rilassato: in molte aziende si inizia a lavorare alle 7 e alle 3 tutti vanno a casa (anche i titolari d'azienda). Insomma, lavorano 8 ore continuate e non fanno pausa pranzo oppure fanno pausa pranzo veloce al lavoro nel corso delle 8 ore, oppure non lavorano 8 ore ma meno... Non so, fatto sta che da noi è sindacalmente vietato fare una pausa minore di 1 ora quando si lavora 8 ore (sigh)

3) Nel Salento molte strade sono disastrate e mancano i tombini, così quando piove per una paio di giorni le strade sono allagate. E' pur vero che non è così frequente che piova....
Però la gente è più tranquilla anche nella guida. Ieri sera, uscita dall'aeroporto ho preso la mia macchina e, per una lieve incertezza ad uno svincolo, gli stessati automobilisti milanesi hanno cominciato a suonarmi il clanson. Insomma, sono le nove di sera, sono stanca perché per andare nel Salento e rientrare in giornata ho dovuto prendere l'aereo alle 6,15 e quindi partire di casa alle 3,15; ora, dopo 18 ore di attività, due viaggi aerei e pochissime ore di sonno, mi tocca pure e guidare in tangenziale di Milano: è davvero troppo faticoso.


Penso, anzi sono convinta che si stia meglio al sud...

giovedì 27 novembre 2008

I bimbi... dormono da soli: Così si dice!

A volte pensi: i miei figli sono viziati perché non vogliono dormire da soli e nel loro letto.
A volte pensi: non sono proprio capace di fare la mamma. Sono troppo accondiscendente, sono troppo severa, sono troppo poco paziente oppure... non so cantare bene e nemmeno raccontare bene le favole.
A volte pensi: i figli che si addormentano da soli e dormono tutta la notte nel loro letto sono tutte balle. Le raccontano i genitori per farsi belli con i loro amici.

Eppure: le rare volte che sono assente..., alla sera i bambini si addormentano praticamente da soli e la mattina si vestono velocemente, da soli e fanno pure la colazione senza che si debba insistere.
Eppure: le rare volte che hanno dormito fuori casa (da nonni) senza i genitori, hanno dormito tutta la notte
Così almeno mi raccontano gli adulti che hanno l'incarico di badare ai piccoli durante la mia assenza.

Io certo non ci riesco ad accompagnarli in camera, dare un bacino a testa, spegnere la luce e andarmene... ottenendo come risultato l'immediato addormentamento.
Quando ci provo scoppiano le grida: Mamma, vieni qui! Non possiamo stare senza di te! Devi venire un momentino nel mio letto! Ancora una favola! Ancora una canzone! Un bacio, un bacio! Mi scappa di nuovo la pipì! Io voglio un gotto pittolo d'aqua... e poi nommo (=un goccio piccolo d'acqua e poi dormo)

Ovviamente, rientro in camera anche perché se non rientro subito le urla si fanno sempre più acute. Quando proprio non ce la faccio più (e succede, di tanto in tando) li porto tutti nel lettone e quindi, alle 20,30 spengo la luce e mi addormento anche io con la mia truppa di condottieri.

E pensare che prima di diventare mamma pensavo che "si tratta solo una questione di abitudine ed educazione e, certamente, non darò il vizio ai miei bambini di dormire nel lettone!"

giovedì 20 novembre 2008

La famiglia di "sempentelli"

- Mamma mi racconti la favola del senpentello piccolo che voleva la mamma
- Sì, allora: c'era un piccolo serpentello che si chiavama...
- Don Kija
- Sì, questo serpentello si chiamava Don Kija e aveva un fratello serpentello un po' più grande che si chiamava Tete e un serpentello fratello ancora più piccolo...
- che si chiamava Fagino
- Sì...
- E poi c'era una mamma sempentella e un papà sempentello
- Era una bellissima famiglia di serpentelli e si volevano tutti molto bene.
Mamma, adesso voglio la favola del piccolo pulcino che tirava la rete e scappava e poi cercava la sua mamma e gridava mamma mamma...

Questa sera dormivano tutti: alle 20 e 15 dat-papà si è addormentato sul divano con Fagino.
Alle 8,45 Tete dorme nel suo letto ma Don Kija non ne vuole proprio sapere e può dare sfogo alle più strane richieste di favole senza che il fratello maggiore lo interrompa con frasi saccenti del tipo: "Adesso basta, è ora di dormire. Anche la mamma è stanca e di favole te ne ha già raccontate tante".
Finalmente con una scusa mi allontano, chiudo la porta della sua camera e... stranamente Don Kija non mi segue. Probabilmente già dormiva anche se continuava a richiedere nuove favole e posso dedicarmi al mio blog...

martedì 18 novembre 2008

Facebook: odi et amo...

Facebook sta prendendo possesso di tutti i conoscenti e un po' mi spaventa.
Anche io (come molti, del resto) ho un mio profilo e ormai tra gli impegni serali, oltre alla scrittura del blog, c'è anche la verifica della mia pagina di facebook per vedere cosa succede.
Diciamo che, essendo molto ridotto il mio tempo libero, riesco a non farmi prendere dal vortice; certo, se ci fosse stato una decina di anni fa (quando non avevo figli etc...) avrei rischiato di passarci molto più tempo. Così non faccio nulla, non sono per niente attiva e mi limito a rispondere ai messaggi (a volte anche solo perché non rispondere mi sembra eccessivamente scortese).
Mio marito, invece, si rifiuta di entrare a far parte della community e, nonostante passi ore al computer anche la sera per fare non so bene cosa, di facebook non ne vuole proprio sapere.
Ieri sera, seppure con un po' di ritrosia, gli ho fatto sbirciare il mio profilo. Gli ho detto però che gli concedevo uno sguardo veloce e nulla di più: ha riso di me.

lunedì 17 novembre 2008

Eppi bordei tu iu....

Ieri era il primo compleanno di Fagino e, siccome si tratta di un evento davvero unico, abbiamo festeggiato per quattro giorni di fila.
1) Giovedì sera sono passata dai nonni a recuperare i condottieri e abbiamo mangiato una fetta di torta per festeggiare il compeanno.
2) Il giorno dopo, facendo i salti mortali, sono riuscita a portare all'asilo nido due crostate di frutta (comprate al supermercato alle 19,30 di sera tornando dal meeting in cui ho incontrato Geronimo Stilton) e con quelle ha festeggiato insieme ai compagni di classe e le maestre.
3) La sera sono venuti a cena zio N. e zia N. che hanno portato un regalo per il piccolo. Ovviamente il pacco è stato aperto con foga dai due condottieri grandi e con grande sforzo hanno concesso a Fagino di trasportare per 30/40 secondi il nuovo trenino. Poi se ne sono impossessati, cedendo in cambio un peluche qualsiasi e una macchinina già "datata". Il poveretto, pur di condividere i giochi con i fratelli, rinuncia al suo trenino senza protestare...
4) Sabato mattina è passata da noi Z. G (o meglio Gigiò, mia sorella) e mi ha portato un regalo. Anche questo... immediatamente è diventato preda delle mani rapaci dei condottieri grandi mentre il piccolo veniva lusingato con qualche bacino.
5) La sera siamo stati a cena dai nonni parterni
6) Infine, domenica a pranzo sono venuti i nonni materni, nonna K e nonno Bido (Guido): hanno portato un regalo per Fagino e poi nonna K è rimasta con noi tutto il pomeriggio a giocare con i condottieri.

Insomma, il week end è passato con un sottofondo continuo di "Eppi bordei tu iu (happy birday to you)" e "tanti auguri a te" e questa mattina è ricominciata l'attività quotidiana: asilo nido per Fagino, scuola materna per Tete e Don Kija, lavoro per me e per Dat.

domenica 16 novembre 2008

Saluti da Geronimo Stilton...

- Ma sei sicura mamma che sia proprio Geronimo Stilton quello che hai incontrato?
Così mi ha chiesto ripetutamente l'altra sera Tete. E Don Kija di seguito: - Sì mamma, sei sicura? Lo hai riconosciuto? E lui ti ha riconosciuta?
Alcuni giorni fa, per lavoro sono stata ad un meeting sul licensing e nel pomeriggio è arrivato anche lui, l'eroe delle favole contemporanee tanto amato dai miei figli e da molti altri ragazzini: Geronimo Stilton in persona.
Ovviamente, sono andata a conoscerlo, a stringergli la mano, chiedergli un autografo e a fargli una fotografia con il cellulare... in modo tale da poter testimoniare ai miei condottieri il fortunato incontro. E difatti, tornata a casa e iniziato il mio racconto, sono stata sommersa dalle domande:
- Ma è alto? Ma come parla? Ma gli hai toccato le orecchie? Sono pelose? E grosse?
Ma le sorprese non erano finite: ho fatto vedere loro la foto sul cellulare e di fronte all'autografo personalizzato (che ovviamente, data l'età non ancora scolare dei miei piccini, ho dovuto leggere):
- Ma come ha fatto a sapere i nostri nomi? Glielo hai detto tu come ci chiamiamo? No? E allora ci conosce e a te ti ha riconosciuta quando ti ha vista?
- Certo e vi manda i suoi saluti.
- Davvero? E di preciso che cosa ha detto? Ha detto davvero i nostri nomi oppure glieli hai suggeriti tu?
Insomma, è stato un incontro fruttuoso perché Geronimo mi ha anche regalato un suo libro e ormai da qualche giorno ce ne leggiamo qualche pagina tutti insieme.

mercoledì 12 novembre 2008

Una lunga notte bianca

Ci sono sere in cui mi sento proprio stanca: saranno le congiunzioni astrali (tipo Saturno contro), saranno le borse che crollano (di cui mi importa davvero poco) ma che comportano una sempre più grave recessione economica (che mi mette l'ansia), sarà lo stress nel conciliare ufficio-famiglia-incombenze domestiche, saranno le tristezze che in qualche maniera vanno a scontrasi contro la mia corazza...

Parlo ovviamente della stanchezza psicologica perché per quella fisica i principali responsabili sono i condottieri, quei tre meravigliosi bambini che, nonostante allietino le mie giornate e mi facciano nascere il sorriso anche quando sono triste, mi costringono ad un vero 'tour de force'.

L'altra notte sono andata a letto circa a mezzanotte (dopo che avevo addormentato i bimbi e stirato un cumulo di biancheria di cui pensavo di non poter mai veder la fine); prima di abbandonarmi tra le braccia di Morfeo, però, avevo cambiato per la prima volta il pigiama e sistemato il lenzuolo di Don Kija a cui erano scappate alcune goccine di pipì nel letto.
E' iniziata, infatti, quella penosa fase in cui Don Kija non ne vuole più sapere del pannolino notturno ma allo stesso tempo non è ancora capace di trattenere la vescica per tutta la notte e neppure gestire i risvegli notturni per fare la pipì. In questo periodo, ogni due ore circa mi alzo e porto il bimbo di peso in bagno.
Con Tete riscuotevo abbastanza successo perché 'non si ribellava'; Don Kija, invece, si innervosisce molto quando lo alzo e lo siedo sul water. E, la maggior parte delle volte... si rifiuta di fare la pipì.

Insomma, nella 'lunga notte bianca' l'ho portato 3 volte a far pipì e tuttavia è riuscito lo stesso a farsi la pipì addosso per ben 3 volte. Alle 5, quando per l'ultima volta l'ho cambiato, si è svegliato anche Tete... anche lui completamente bagnato.
Alle 6, 15 decidevo finalmente di alzarmi per farmi una doccia per iniziare la giornata nel migliore dei modi!

lunedì 10 novembre 2008

Tete come Spider-man

Sabato, mamma e i condottieri hanno passato una giornata davvero spassosa mentre papà sfogava la tensione settimanale in una arrampicata in montagna.
La mattina è stata dedicata ad una gita in bici nell'isola pedonale della ridente cittadina in cui abitiamo: mamma spingeva il passeggino con Fagino e i due condottieri più gradi forniti di bici e caschetti pedalavano avanti e indietro rischiando ad ogni metro di investire i passanti.
Nel pomeriggio siamo stati ad una festa di bimbi (i tre bimbi maschi di un'amica di mamma che hanno esattamente la stessa età dei condottieri) ambientata in una palestra. Lo spazio era tanto e i bimbi si sono divertiti ma l'episodio più spassoso è stato quando Tete si è fatto dipingere dall'animatore sulla faccia la maschera da spider-man: era davvero bruttissimo e, godutissimo per l'effetto del trucco, si impegnava nelle peggiori smorfie.
Il mascheramento è riuscito a perfezione, tanto che Fagino... che stava tranquillamente ciucciando il latte dalla sua mamma, si è girato e, di fronte alla mostruosa faccia di suo fratello, è scoppiato in grida disperate che si acuivano non appena Tete si avvicinava.
C'è voluto un buon quarto d'ora di coccole e convincimenti per far accettare a Fagino che il fratellone Tete era quel mostruoso essere che gli sorrideva sotto alla maschera di spider-man.
Ovviamente, di fronte alle grida disperate di Fagino... mamma e Tete non ruscivano a fare a meno di ridere.

domenica 9 novembre 2008

Quando non si ha voglia di fare la nanna

Le scuse sono davvero tante quando non si ha voglia di fare la nanna:
- gotto pittolo d'aqua e poi nommo...
- mamma mi racconti ancora una storia... e poi una canzone... e poi un'altra storia... e un'altra... un'altra
- mi è venuto proprio mal di pancia.
- E io ho mal di testa, tanto mal di testa: qui, qui e qui
- forse se vieni nel letto con me e ti addormenti qui e dormi con me tutta la notte... mi addormento prima

Le scuse provengono da entrambi i due condottieri e, ovviamente, si stimolano a vicenda a stupire/incuriosire e farsi coccolare dalla mamma

Ci sono poi quelle più creative, come questa sera.
Dopo al goccio d'acqua e alla richiesta di storie creative di cui ho già scritto, ha iniziato Tete:
- mamma, vero che questo letto è fatto di legno e ferro?
- Sì certo, ma ora si dorme!
Ed ora è la volta di Don Kija: - mamma, vero che questo letto è fatto di legno e di ferro, e di coperte?
- Sì certo, amore. Ma ora si dorme!
- Vieni nel mio letto, mamma
- No, mamma. Vieni nel mio letto
- Mamma, il mio letto è più grande
- Io sono più piccolo e quindi ci stai meglio

E quindi saltello da un letto all'altro, coccolando e facendomi coccolare, sbaciucchiando e facendomi sbaciucchiare.

Poi, con una scusa del tipo: "Mi scappa proprio la pipì. Ora vado e poi ritorno"
Scappo dalla stanza e, anche se poi ci devo ancora ritornare ancora un paio di volte per convincerli a dormire, ormai è fatta.
Difatti, in una decina di minuti, i pargoli dormono.

mercoledì 5 novembre 2008

Viaggio in macchina casa-asilo

Da qualche giorno, nella cittadina del Nord Ovest dove abita la famiglia dei condottieri, piove a dirottoe questa mattina, andando all'asilo, siamo stati costretti a cambiare itinerario perché la protezione civile aveva chiuso al traffico un ponte.
Ovviamente non sono mancati i gridolini di gioia per le sirene e poi entrambi i bimbi hanno richiesto dettagliate spiegazioni di ciò che stava avvenendo.
Distolto l'argomento dal maltempo ci siamo messi a chiacchierare dell'evento quotidiano, ovvero il fatto che questa mattina Fagino si è svegliato con il dono della parola e ha detto, per la prima volta secondo me con piena coscienza: mammmma, papàaaaa, te-te, pappppa.
Ne segue che, per buona parte del viaggio in macchina, i condottieri tentavano di fare ripetere a Fagino le parole dette da loro: mamma, cacca, nanna, macchina focu (focus), teno etc...

Ad un certo punto, passando sopra ad un ponte, ho indicato ai condottieri il torrente gonfio d'acqua e di colore marrone e ho detto:
- Vedete, quando il torrente è così, è pericoloso...
E Don Kija interviene: - Eh già, ci sono i pesci che moddono e se uno cade dento lo mangiano
- Io veramente volevo dire che c'è tanta acqua... ed è pericoloso...
- Vero mamma - interviene Tete - infatti hanno chiuso il ponte perché tra un po' l'acqua ci passa sopra.
- Speriamo di no....
- Mamma - riprende il Tete catastrofista - ma se c'è tanta acqua sulle strade e nei parcheggi come si fa ad andare a far la spesa con la macchina? Bisogna andare con la barca... Ma al negozio non c'è il parcheggio per le barche...
Arriviamo all'asilo e dopo aver messo i grembiulini, li saluto.
Prima di lasciarmi andare, Tete si sincera della mia sopravvivenza: Mamma, ma tu adesso vai in ufficio? Ma sei sicura di arrivare... e non trovi invece le strade chiuse e l'acqua dappertutto?

lunedì 3 novembre 2008

Un giorno di vacanza

Sabato 1° novembre per me è stato un giorno di vacanza: dat e i condottieri sono andati a trovare i nonni paterni e per me è stata una giornata da single!
Alla mattina, per festeggiare... mi sono goduta le pulizie settimanali tutta sola, senza nessuno che mi chiedesse di aiutarlo a costruire torri con i lego.
Poi, prima del classico giro per i cimiteri, mi sono concessa una super doccia con successivo rito di coccole senza fretta (crema, taglio unghie, smalto, asciugatura di capelli con calma serafica...).
Ovviamente, ho dovuto rinunciare a qualche cosa perché il tempo ormai stava scadendo: nello specifico, ho rinunciato al pranzo (ma ne è valsa la pena).
Nel tardo pomeriggio sono riuscita a comperare una nuova lavatrice super tecnologica con lavaggi brevi e tutto connesso e, alla fine, mi sono concessa mezzora di shopping compulsivo nel nuovo centro commerciale.
Del centro non ho visto quasi nulla data la folla che c'era (era stato inaugurato 2 giorni prima e tutti gli abitanti sono andati a fare un giro...): ad ogni modo, sono riuscita a comprare un paio di stivali e un paio di scarpe ad un prezzo davvero conveniente - non sarebbe stata vacanza senza almeno un acquisto!
Per concludere, sono riuscita a perdermi perché nel parcheggio non era segnata la strada d'uscita e sono rimasta 20 minuti imbottigliata nel parcheggio.
Poi... arrivata a casa, quando cominciavo a sentire nostalgia, sono arrivati i miei uomini!
E io, in men che non si dica, ho indossato di nuovo i panni della mamma e della moglie...

domenica 2 novembre 2008

Menu: pizza e gelato

Stasera pizza e gelato!
Alle grida di giubilo segue la fibrillazione della preparazione perchè al rito della pizza partecipano attivamente anche i condottieri. Ognuno ha il proprio ruolo:
1) Tete tira fuori dal frigo tutti gli ingredienti: pasta della pizza, passata di pomodoro e mozzarelle.
Quindi si inizia a lavorare, non dopo essersi lavati tutte la mani.
2) Mamma stende la pizza e poi ci mette il pomodoro
3) Don Kija taglia la mozzarella a pezzettoni grossi
4) Tete sminuzza la mozzarella già in pezzettoni in pezzi piccolissimi (tutti delle stesse dimensioni, perché ci tiene moltissimo).

Si inforna ed dopo mezzora di cottura la pizza è pronta e si mangia con piacere (ovvero, per una volta, senza fare tante storie...).
Intanto, prepariamo il gelato al cioccolato. Così è una vera festa!

giovedì 30 ottobre 2008

In attesa di Halloween...

Per la sera di Halloween verranno a cena di noi zi G (che sta per Zia G) e zio T. I bambini sono felicissimi e abbiamo deciso di decorare la casa, così come hanno fatto all'asilo.
- Potremmo fare dei fantasmini - propone Tete.
- Ok, e come si fanno?
- Prendi un fazzoletto di carta e lo apri, poi ci scrivi il nome, metti al centro una pallina da ping pong e poi stringi attorno il fazzoletto. Tieni bene stretto e leghi un cordino o un elestico (quello è il collo) e sulla pallina di ping pong ricoperta - che è la testa - disegni occhi, naso e bocca. Poi se vuoi lo appendi.
Questa dettagliata spiegazione me l'ha data ieri Tete e oggi, prima di andare a prenderli all'asilo mi sono organizzata: ho comprato dei fazzoletti, mi sono procurata dei pennarelli nuovi che scrivano (non come quelli che abbiamo a casa e che sono sempre senza tappo...) e poi elastici e cordini. Ho dimenticato le palline da ping pong...
Mentre torniamo a casa, Tete si accorge della mancanza e si offende: i fantasmini non si possono fare!
- Usiamo delle palline di carta - propongo
- Assolutamente no, sono molli e la testa non viene bene: non si riesce a disegnare la faccia!
Per fortuna mi viene in mente che in casa abbiamo le noci e propongo di usare quelle...
- Ma le noci quanto sono grosse? Come le palline da ping pong? E sono dure?
Finalmente abbiamo raggiunto un compromesso e arrivati a casa iniziamo a fare i fantasmini.
Questi i compiti: io li preparo e i condottieri disegnano le facce.
Tete sceglie il colore rosa ed è molto preciso; Don Kija sceglie il blu e... comincia a disegnare con grande impeto mentre canticchia il gingle pubblicitario in inglese di una nota radio "veri norma pipong" (=very normal people).

Al quarto fantasmino disegnato da Kija in modo "strano" mi azzardo a chiedere spiegazioni: Ma cosa fai? Che cosa stai disegnando?
Mi risponde con sufficienza: Questa è la fronte; posso, no, fare la fronte? E mi indica una lunga riga orizzontale che sovrasta una serie di puntini
- Sì, ma - insisto - tutti quei puntini cosa sono?
- E' malato... Il mio fantasmino è malato. Tutti i miei fantasmini sono malati.
Tete ride e io mi rendo sempre più conto che non capisco l'arte.

Abbiamo finito i fantasmini e li abbiamo attaccati dappertutto in casa. Domani sera li mostreranno con orgoglio a zi G e zio T.

mercoledì 29 ottobre 2008

La borsa di Mary Poppins

Ogni tanto è necessario svuotare la borsa. Ogni donna lo sa, ma la mia in questo periodo è veramente la borsa di Mary Poppins: un portafoglio (pieno di carte fedeltà e sconti dei più incredibili negozi della città - dove, per la più parte, sono stata una sola volta), due cellulari (quello dell'ufficio e quello personale, perché una mamma-che-lavora deve essere sempre raggiungibile da tutti: dall'ufficio come dall'asilo se per caso uno dei piccoli non dovesse stare bene) con rispettivi caricacellulari (non si sa mai...) e auricolari (ho già perso 5 punti dalla patente perché guidavo mentre ero al telefono), due matite colorate, una pena biro e un un blocchetto da appunti e con alcuni disegni dei bambini), due fogli da disegno in formato A3 con disegni multicolori portati a casa dall'asilo e rimasti nella borsa diversi giorni (tanto che oramai sono tutti stropicciati), un paio di calze (per fortuna pulite, di Don Kija, che avrei dovuto lasciare come ricambio nell'armadietto dell'asilo), un orologio di Tete a cui dovrei aggiungere un buco nel cinghietto, caramelle e chupa chupa, i buoni pasto dell'asilo (che però domani consegnerò alle maestre), un paio di ricevute di ticket e decine di scontrini, fazzoletti di carta usati, due pacchetti di fazzoletti di carta puliti, una bottiglietta di plastica mezza piena d'acqua (ma ormai di una settimana fa...).
Forse dovrei svuotare interamente la borsa e, dopo aver buttato l'80% del contenuto, rimettere dentro solo ciò che serve veramente. Farò così e poi... tra una settimana, quando la situazione sarà di nuovo questa, farò nuovamente pulizia!

lunedì 27 ottobre 2008

A scuola di dizione

Budande (mutande), cannocchiera (canottiera), canze (calze), fenpa (felpa), giumbotto (giubbotto)... Tutte le mattine, Don Kija (classe settembre 2005, ovvero 3 anni appena compiuti), mentre si veste da solo elenca i capi di abbigliamento: è un rito che lo aiuta a non dimenticare pezzi oppure a non indossarne di doppi. E' già successo alcuni mesi fa, quando è andato a scuola con doppio paia di mutande e le maestre, ovviamente mi hanno chiesto spiegazioni.
Essenso il secondo fratello, Don Kija raramente ha inventato parole per dire le cose, molto spesso però l'uso di vocali e consonanti è personalizzato. Nel suo caso è un trionfo delle "n" e una assoluta negazione della "r". Certo, a volta per capire le sue frasi è necessario il traduttore: ne è un esempio il classico tormentone che ormai da oltre un anno ripete prima di addormentarsi: "Dotto pittolo d'aqua e poi nommo" (=Un goccio piccolo d'acqua e poi dormo).

Anche per Tete (classe gennaio 2004, ovvero quasi 5 anni) la "r" è sempre stata un vero problema e da qualche mese - dopo che la mamma gli ha fatto fare qualche esercizio propedeutico - si sta davvero sforzando di inserirla, forzandola un pochettino. Lui però, quando era più piccolo, di parole ne ha inventate davvero tante. Una per tutte... totonci=computer.

sabato 25 ottobre 2008

Litigate e mini-discussioni...

I condottieri non litigano sovente ma ogni tanto si fanno un po' di dispetti.

- Tete sei indranato (imbranato), io ho mangiato tutto più veloce di te. - dice Don Kija con aria da duro
- Non si dice indranato perché è una parolaccia... - replica Tete con aria saccente

- Mamma, Tete mi ha spinto e ho battuto qui - Don Kija frigna e indica un punto in cui vuole subito un bacio.
- Non piangere - intervengo io - vai da lui e... sai cosa devi fargli?
Don Kija corre velocissimo da suo fratello.
- Sì! Tete, mmmhmmm (e tira fuori una lingua lunghissima)
- Mamma, Tete mi ha fatto anche lui la lingua...
- E tu fagliela ancora più lunga!

Don Kija ruba una macchinina e Fagino e quest'ultimo grida come se lo scuoiassero.
Tete interviene con fare da maestrino: - Don Kija è facile prendersela con i più piccoli, loro non possono difendersi...
- Ma lui mi aveva tirato i capelli - dice indicando il mini-fratello che intanto aveva smesso di piangere ma a vedersi indicato ricomincia a strillare
- Vabbé - riprende Tete rivolto a Don Kija - adesso chiedigli scusa, dagli un bacino e restituiscigli la macchinina...
Il mini-fratello Fagino, intanto, ogni volta che Don Kija gli passa vicino grida e io lo sgrido:
- Fagino guarda che Don Kija non ti sta facendo nulla, non fare la vittima.
Fagino mi guarda... e smette di piangere.

mercoledì 22 ottobre 2008

Ninna nanna, ninna oh...

Chi le conosce già prima di avere figli è avvantaggiato perché non deve fare una full-immersion e comperare quei cd con le raccolte (che editori specializzati propinano ad ogni neo mamma).
Ovviamente, parliamo delle "Ninne nanna", le insostituibili canzoni per cullare il bebé e addormentarlo.
I cd sono molto carini e durante i primi mesi li ascolti sovente... imponendoti di impararle a memoria e poterle così cantare.
Poi ti rendi conto che:
1) le ninne nanna spesso hanno testi terribili: Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do? Lo darò alla befana.....
2) una canzone vale l'altra e ti ritrovi a canticchiare un qualsiasi altro ritmo che ti piace di più.
3) ai bimbi piacciono altre canzoni: quelle che ascoltano alla radio.

Io, ad esempio, sono cresciuta sentendo le canzoni degli alpini che a mia volta propino ai "condottieri". E loro ormai me le richiedono (e canticchino con me), al momento della nanna:"Era una notte che pioveva...""Vecchio scarpone" "Il testamento del capitano".

Un altro filone adorato dai miei pupilli è quello comunque patriottico: Fratelli d'Italia con le simpatiche storpiature come (...) guglielmo di Scipio (...) che viene gridato a squarciatura in macchina - tanto da farmi quasi vergognare e tenere i finestrini chiusi in piena estate.

Ecco la hit-parade di Tete all'età di 3 anni:
1) Fratelli d'Italia
2) Quattro amici al bar di Gino Paoli
3) La Paranza di Daniele Silvestri
4) Italia sì, Italia no di Paolo Rossi
e una serie di canzoni degli alpini...

martedì 21 ottobre 2008

La favola creativa

Mamma mi racconti la favola dei lupi buoni che non mangiavano niente e che dicevano "mamma ti vogliamo tanto bene"... - questa era la trama della favola serale richiesta da Don Kija.
Perchè il rito della favola funzioni e conduca tra le braccia di Morfeo i due condottieri più grandi è fondamentale rispettare la trama suggerita dall'autore (a turno, Tete o Don Kija) : non importa che la favola sia più o meno lunga, anzi a dire la verità è meglio se è breve perché Don Kija si distrae molto velocemente.
Quando l'attenzione cala hai perso una buona occasione per condurli al sonno: difatti, viene interrotta la narrazione con una serie di richieste/domande a raffica che investono nuovi ambiti: Mamma, ho sete. Mamma, mi scappa la pipì (lo dice quasi sempre Don Kija anche se dorme ancora con il pannolino e, ovviamente, suo fratello interviene con un Ma hai il pannolino... falla pure). O ancora, Mamma, ti devo raccontare una cosa. Mamma, cosa hai fatto oggi? Mamma vero che io sono grande ma anche piccolo? Mamma, oggi la mia amica X mi ha graffiato... guarda che male! Mamma, ma quand'è il mio compleanno? (...)
Non resta che riportare il discorso ad una favola creativa (che può essere anche il racconto della giornata della mamma arricchito di qualche elemento interessante come Oggi mentre venivo a prendervi dall'asilo... mi hanno fermata i carabinieri).
Alla prima favola creativa, spesso ne seguono altre; a volte, due o tre e poi, finalmente, i piccoli si rilassano e incominciano a russare.

lunedì 20 ottobre 2008

Un week end di relax...

Udede, Dat e Fagino sabato sono stati ad un matrimonio da mattina a sera e i due ragazzi grandi sono rimasti in campagna con nonna L., nonno C. e bis C.
Ovviamente sono stati bravissimi per tutto il giorno ma all'arrivo dei genitori (intorno alle 23) entrambi si sono svegliati e hanno richiesto assolutamente di poter dormire con mamma e papà.
Così, la notte è stata davvero d'inferno, in 5 (di cui 3 agitatissimi) in un letto matrimoniale.
Per fortuna... è arrivata l'alba ed è iniziata una bella giornata che abbiamo trascorso tutti insieme in montagna.
Per concludere il week end, la domenica sera i tre condottieri si sono addormentati con molta facilità e Udede anelava al suo meritato riposo. Purtroppo però la "vendetta di Monte Zuma" ha colpito improvvisamente la povera Udede che ha passato così un'altra notte in bianco...
Questa mattina è stato davvero durissimo iniziare la settimana. Speriamo che non sia vero il detto secondo cui "il buon giorno si vede dal mattino"

venerdì 17 ottobre 2008

Conversazioni serali

A Tavola...
Mamma, il papà mangia sempre gli yoghi (plurale di yogourt) di Fagino: quelli con la frutta frullata - dice Don Kija.

Mentre ci si lava i denti tutti insieme...
- Mamma, sai all'asilo giochiamo ai pagliacci... - racconta Tete
- E cosa significa?
- Io, Don Kija, x, y e z giochiamo ai pagliacci, cioè saltiamo sempre...
- Te lo ha detto la maestra?
- Sì...
- Guarda che forse la maestra intende dire che fate un po' gli sciocchini...
- Ma non, mamma, è proprio bello. Tutti sono contenti e ridono (...), anche le maestre.

E per finire, a letto, per addomentarsi non vanno bene le solite storie ma a turno i due condottieri più grandi propongono la favola creativa: suggeriscono i concetti e mamma crea la storia...
E' il turno di Don Kija:
- Mamma, mi racconti la storia degli uccellini che camminano sulla strada e poi passa il camion, li schiaccia e li ammazza...
- Va bene: allora, c'era una famiglia di uccellini che camminava per la strada...
- perchè hanno i piedi - interviene Don Kija
- sì..., ad un certo punto arriva un camion e la mamma aiuta tutti gli uccellini a scappare dalla strada prendendo il volo per non farsi schiacciare dal camion e così si salvano...
- mamma, avevo detto che morivano - riprende Don Kija
- ma no, dai, si sono salvati così è più bella...
- va beh.... - commenta rassegnato Don Kija

Questa mattina ho verificato con la maestra: i condottieri in questo periodo "hanno il peperoncino addosso" e "fanno i pagliacci..."

giovedì 16 ottobre 2008

Ri-cambio degli armadi

Non ce l'ho fatta. Sono subentrate altre 200 incombenze prioritarie rispetto all'incarico che mi ero prefissata e non ce l'ho fatta a fare il cambio degli armadi.
Ebbè, semplice, lo farò domani (ho pensato mentre mi occupavo delle altre attività) e invece mi sa che anche oggi mi dedicherò ad altro: stirare, stendere la biancheria, intrattenere Fagino che non vuole proprio dormire e, perché no, giochicchiare un po' sul web con il mio nuovo blog.
D'altra parte... il problema è a monte: mi manca un armadio. Ovvero, l'armadio che dovrei riempire di vestiti è strabordante di giocattoli che, a loro volta dovrebbero essere trasferiti sui ripiani e nelle panchette della cameretta dei ragazzi. Ripiani e panchette.... però... non ci sono: il falegname me li deve fare da circa 1 anno e mezzo. Ma prima o poi, mi assicura lo stesso falegname, me li consegnerà!
Intanto... posticipo di qualche giorno la sistemazione degli armadi e passo qualche ora del pomeriggio a giocherellare con i miei ragazzi.

mercoledì 15 ottobre 2008

I cambi degli armadi

Udede come ogni mattina ha portato i Condottieri all'asilo e, nonostante i raffreddori/tossi persistenti, l'appetito non manca.
Quindi si è fiondata in ufficio dove ha svolto le normali mansioni. Nel pomeriggio l'impresa sarà quella di sistemare gli armadi per tutti e tre i "ragazzi", eliminare ciò che è piccolo di misura, riporre ordinatamente e, soprattutto, tirare fuori i vestiti misura 1 anno (conservati dai fratelli precedenti e stipati in scatole) per Hannibal (che ormai ha tutte le magliette che non arrivano nemmeno più all'ombelico e sistemarli nell'ormai strapieno armadio. Sempre che il mini-topo lo consenta e non esiga continue attenzioni....