giovedì 25 marzo 2010

Quando sarò uomo...

Ore 18, sto brontolando tra me e me per il disordine che c'è in casa.... e cerco di sistemare alla veloce e rendere un po' più accogliente la dimora, prima di cena.
Tete: "Cosa c'è mamma. Qualche cosa ti preoccupa?"
Mamma: "Preoccuparmi? Noooo... E' che vostro papà è il solito disordinato. Guardate: ha lasciato tutte le sue scarpe in giro"
Kija viene verso di me con le mie All Star in mano: "Mamma.... ma queste non sono di papà. Sono tue. Erano lì per terra insieme a quelle di papà"
Mamma: "sì, ma le ho messe lì ad asciugare. Ti ricordi che l'altro giorno le ho lavate? Non potevo ordinarle bagnate. E lì ad asciugare ci sono anche le tue scarpe da ginnastica. Comunque, non c'è niente da fare: gli uomini sono proprio disordinati"
Kija: "Mammaaaa, quando io sarò un uomo, sarò ordinatissimo."
Mamma: "Amore, non si impara ad essere ordinati quando si è uomini. Bisogna imparare prima di diventare grandi, quando si è bambini."
Kija: "Allora io sono bambino e imparo subito ad essere ordinato, così quando diventerò uomo sarò ordinato"
Tete: "Anche io..."
L'unico che non interviene è Fagino-Nanni che approfittando del fatto che nessuno lo guarda e lo ostacola sta tirando fuori alla massima velocitò che può tutte le macchinine dall'armadio. Lui no. Non ha nessuna intenzione ancora di diventare ordinato, e neppure di affermare questa sua intenzione (più o meno convinta) semplicemente per fare le moine e le coccole verbali alla mamma...

Guai a rischiare di perdere l'attenzione della mamma...

Tete: "Mamma, mi fa male qui. Nella bocca. Qui dove ho il dito".
Mamma: "Non è nulla. Ti sta venendo una piccola afte. Anche a me venivano sempre quando ero piccola. A dire la verità mi vengono ancora anche adesso anche se meno frequentemente".
Tete: "Che cos'è l'afte?"
Mamma: "E' un piccolo taglietto che si infiamma e brucia. Ma dura pochi giorni. Poi guarisce e non la senti più".
Tete: "Vuol dire che tra qualche giorno non avrò più male?"
Mamma: "Sì è così. Adesso lavati bene i denti che andiamo a nanna."
Kija: "Mamma, io ho male qui. Qui qui qui dove c'è il dente. Vedi?"
Mamma: "No, non vedo niente. Ma ogni tanto succede che vicino ai denti si senta un po' bruciare".
Kija: "Ma poi passa? "
Mamma: "Sì, passa sicuramente. Passa prima se ti lavi i denti"
Nanni: "Mammaaaaa, mahe bocca. Mahe bocca. Mahe bocca. Io mahe bocca"
Mamma: "Sì amore. Anche tu hai male alla bocca? Fammi un po' vedere.... Huuuuuu, che male pazzesco. Adesso ti do un bacino così passa tutto".
....... 3 giorni dopo ............
Kija: "Mamma, mi sono chiacciato un dito".
Mamma; "si dice schiacchiato, amore. Non chiacciato".
Kija: "Sìììììì. Sss-chiacciato, sss-chiacciato, ssss-chiacciato"
Tete: "Mamma, lo sai che anche io a scuola oggi avevo male alla pellicina del dito....
Nanni: "Qui mamma, mahe qui. Dito. Mio dito. Maheeeeeeee"

giovedì 18 marzo 2010

La bici per Fagino

"Ci vuole una nuova bicicletta per Fagino. Il triciclo ormai non va più bene, lo possiamo dare alla piccola Ko. Fagino è grande: ha già 2 anni e mezzo".
Questo pensavano e mi hanno detto nei giorni scorsi i due fratelli maggiori. E da mamma premurosa ho cercato la bici per il piccoletto.
Cris ci è venuta in aiuto ed eccola: è una bella bici con le rotelline che apparteneva agli amici Gigio e Meme: loro non la usavano più e ce l'hanno regalata.
Abbiamo cambiato il sellino e ora è perfetta.
Sabato mattina la proveremo, nella nostra abituale passeggiata in bici.

mercoledì 10 marzo 2010

In macchina, rientrando a casa

- Mamma, hai visto "nevica di bello..."
- Non si dice: "Nevica di bello". Si dice: "Nevica di brutto"
- Di brutto. Allora nevica di brutto. Ma è bello quando nevica di brutto. Non è brutto....
- Mamma, io poposci... Beiiiii
- Belli i tuoi doposci
- Si dice doposci, Fagino
- Sì, doposci. Doposci. Doposci. Plova a dillo: doposci
- E tu nano medio prova a dire "prova" con la "r"
- Mamma, brava che sei venuta a prenderci presto dall'asilo. Adesso giochiamo con la neve?
- Non pula nee (non ho paura della neve)
- No, amore: non hai paura della nece. Sei grande.
- No mae nee (non fa male la neve)
...........................
...............
.....................

15 minuti ininterrotti di frasi senza alcun nesso logico che spesso si accavallano nel tragitto in auto tra l'asilo e casa.
Ognuno pretende una risposta ma al di là del "sì" di circostanza, spesso, non riesco davvero a star dietro alle presanti richieste di attenzione.
Arriviamo a casa e ognuno si sfoga a suo modo con la neve: Tete costruisce una palla di neve di 30 centimetri di diametro in 5 minuti, Kija decide di coricarsi sullo scivolo per schiacciare tutta la neve, Nanni si limita a camminare lento sotto i fiocchi, sollevando di tanto in tanto lo sguardo e dicendo "No pula nee (non ho paura della neve). No pula nee. Io gande (io sono grande)".
Io mi armo di macchina fotografica e videocamera e li immortalo nella splendida situazione di gioia che solo i bimbi dimostrano giocando sotto la neve.

martedì 9 marzo 2010

Il buon giorno si vede dal mattino...

Ore 6,30 suona la sveglia. Mi alzo e fagino mi segue immeditamente dicendo "pettami".
Dopo circa 20 secondi Kija inizia a gridare disperatamente: vuole andare al corso di nuoto con la scuola e non accetta il fatto che il corso di nuoto non è oggi ma mercoledì prox 17 marzo. Grida, si dispera con grossi lacrimoni che gli rigano il viso e non vuole sentire ragioni.
Cerco di convincerlo, poi di consolarlo, infine decido di ignorarlo ma lio prosegue con le due urle fino a quando dalla camera matrimoniali si alza un grido cavernoso: "Kija vieni qui che ti meno...". Papi cerca con poco successo di continuare a dormire.
Mentre Kija inscena la sua tragedia incomincia il nano piccolo che non vuole assolutamente farsi togliere il pigiama e insiste: "IO SCUOLA PIJAMA". Con la forza lo denudo e lo siedo sul vasino evitando le sberle e ignorando le urla "BUTTA MAMMAAAAAAA, VIA VIA VIA".
Per fortuna almeno Tete è di buon umore e si alza e veste senza fare storie.
Alle 7,30 al momento del saluto all'asilo Kija non è ancora in quadro e per la prima volta in 3 anni e mezzo che frequenta nido e asilo, mi salta al collo e piange. Non vuole lasciarmi andare. Per fortuna si rende conto che i suoi compagni lo guardano e ha un moto d'orgoglio: improvvisamente mi sorride, mi bacia sulla bocca appassionatamente e mi dice "Ciao, vai pure".
E così... abbandono i pargoli e mi dedico alla giornata lavorativa.
Speriamo che abbia un andamento migliorativo rispetto all'esordio di giornata.
Alle 21, se devo fare un bilancio, non è esattamente positivo (perché le grane e arrabbiature non sono mancate) ma la giornata si è dipanata abbastanza in salita.