giovedì 30 ottobre 2008

In attesa di Halloween...

Per la sera di Halloween verranno a cena di noi zi G (che sta per Zia G) e zio T. I bambini sono felicissimi e abbiamo deciso di decorare la casa, così come hanno fatto all'asilo.
- Potremmo fare dei fantasmini - propone Tete.
- Ok, e come si fanno?
- Prendi un fazzoletto di carta e lo apri, poi ci scrivi il nome, metti al centro una pallina da ping pong e poi stringi attorno il fazzoletto. Tieni bene stretto e leghi un cordino o un elestico (quello è il collo) e sulla pallina di ping pong ricoperta - che è la testa - disegni occhi, naso e bocca. Poi se vuoi lo appendi.
Questa dettagliata spiegazione me l'ha data ieri Tete e oggi, prima di andare a prenderli all'asilo mi sono organizzata: ho comprato dei fazzoletti, mi sono procurata dei pennarelli nuovi che scrivano (non come quelli che abbiamo a casa e che sono sempre senza tappo...) e poi elastici e cordini. Ho dimenticato le palline da ping pong...
Mentre torniamo a casa, Tete si accorge della mancanza e si offende: i fantasmini non si possono fare!
- Usiamo delle palline di carta - propongo
- Assolutamente no, sono molli e la testa non viene bene: non si riesce a disegnare la faccia!
Per fortuna mi viene in mente che in casa abbiamo le noci e propongo di usare quelle...
- Ma le noci quanto sono grosse? Come le palline da ping pong? E sono dure?
Finalmente abbiamo raggiunto un compromesso e arrivati a casa iniziamo a fare i fantasmini.
Questi i compiti: io li preparo e i condottieri disegnano le facce.
Tete sceglie il colore rosa ed è molto preciso; Don Kija sceglie il blu e... comincia a disegnare con grande impeto mentre canticchia il gingle pubblicitario in inglese di una nota radio "veri norma pipong" (=very normal people).

Al quarto fantasmino disegnato da Kija in modo "strano" mi azzardo a chiedere spiegazioni: Ma cosa fai? Che cosa stai disegnando?
Mi risponde con sufficienza: Questa è la fronte; posso, no, fare la fronte? E mi indica una lunga riga orizzontale che sovrasta una serie di puntini
- Sì, ma - insisto - tutti quei puntini cosa sono?
- E' malato... Il mio fantasmino è malato. Tutti i miei fantasmini sono malati.
Tete ride e io mi rendo sempre più conto che non capisco l'arte.

Abbiamo finito i fantasmini e li abbiamo attaccati dappertutto in casa. Domani sera li mostreranno con orgoglio a zi G e zio T.

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