mercoledì 16 giugno 2010

Lo dice mamma...

Il terzogenito ha la sorte di avere oltre ai genitori anche i fratelli maggiori che, chi per un verso e chi per l'altro, in qualche maniera cercheranno di fare valere le proprie ragioni da fratelli maggiori, imporre le volontà e anche rompere le scatole...
Per ora questa fase in casa mia interessa le sgridate: quando Nanni fa qualcosa che non deve, uno dei due grandi, soprattutto Kija, lo redarguisce "Non si fa così. Mangia con la forchetta, oppure sei un maiale perché ti sei fatto la pipì addosso, oppure non mettere le mani nel bicchiere, oppure non stare seduto male sulla sedia, oppure non far cadere il cibo dal tavolo....".
Il buffo è che le frasi usate per redarguire il discolo sono "esattamente le mie parole usate nelle medesime circostanze precedentemente... con la stessa intonazione".
Io quando me ne accorgo sorrido. E immediatamente Nanni replica "Lo dice mamma! Tu fatti tuoi!" che nel suo significato intente esattamente "Tu fatti gli affari tuoi. Me lo dice la mamma che cosa devo fare o no, non tu. Non rompere". E mi guarda.
Le prime volte dicevo: "E' vero, te lo dico io. Ma anche i tuoi fratelli, se vedono qualche cosa che non va possono dirtelo". Ora non faccio più in tempo perchè di seguito alla risposta pronta di Nanni, il fratello maggiore puntualizza: "E siccome ho ragione lo posso dire anche io quello che devi fare, vero mamma?".
A quel punto posso finalmente intervenire e sedare la rissa che viene a crearsi ribadendo che "la cosa non si deve fare e che, anche se Nanni ha ragione a dire che il fratello maggiore non si è fatto i fatti suoi, poteva comunque fargli notare che non si stava comportando bene".
Tanto la situazione non si evolve e si ripresenta poco dopo: Nanni è duro da piegare e non accetta ordini da nessuno (figuriamoci da suo fratello) e Kija, visto che il principale antagonista in queste dispute è lui, finalmente può fare il fratello maggiore e insegnare qualche cosa a qualcunom e quindi figuriamoci se rinuncia a questa soddisfazione....

martedì 15 giugno 2010

Tre... sono davvero rumorosi

Anche il piccolo ci si mette. Prima erano solo Tete e Kija che parlavano l'uno sull'altro, gridavano, litigavano, ridevano fino a pisciarsi addosso, cadevano, piangevano. Tutto insieme e sempre più rumorosamente. Ora si aggiunge anche Nanni-Fagino che abbiamo deciso di non chiamare più Fagino perché ormai è grande e ha tolto il pannolino.
Ora sono in tre a fare casino perchè il terzo, intrepido, segue le orme degli altri, li vuole imitare e ci riesce benissimo. Spesso, diventa lui stesso il sobillatore del casino.
Il bello è che quando si tratta di semplice chiacchiere a tavola, anche in questo caso non si può parlare tranquillamente: uno parla sull'altro che alza la voce e poi comincia a gridare "avevo iniziato io...", "e io ti disturbo, così dimentichi la cosa che devi dire, vero? Vero Kija che l'hai già dimenticata?", "sìììììì..... mamma, mi ha fatto dimenticare la cosa...." "ma la mia era una cosa importante", "e anche la mia", "mamma, ti devo dire una cosa..", "mamma, prima io", "zitti tuttiiiiii, iiooooooooo" (grida il più piccolo).
E questo succede a tavola.
Eppure a scuola la regola del silenzio a tavola e della mano alzata per parlare funziona. A casa invece non riesco.

martedì 8 giugno 2010

Annibale contro Publio Scipione

Sto cercando di leggere un libro su Annibale, il mio personaggio storico preferito e Tete mi tormenta con domande:
- come si fanno le parole incrociate
- ho scritto giusto spagna
- tu fino a che numero sai contare...
- in italiano?
- e in inglese?
- e in spagnolo?
Per farlo tacere decido di leggere ad alta voce invitanto lui e Kija ad ascoltarmi, accoccolati al mio fianco sul divano.
Siamo alla battaglia finale di Zama, i due condottieri Annibale e Publio Scipione schierano gli eserciti e ognuno ha in mente una sua strategia....
Mi devo interrompere perché si è svegliato Nanni.
Ma Tete non mi dà tregua: "allora chi vince?"
Mamma: "non te lo dico, studierai la storia e lo scoprirai"
Tete: "di chi narra queto libro?"
Mamma: "Di Annibale ma anche del generale romano che l'ha combattuto con più onore Publio Scipione"
Tete: "Come si intitola?"
Mamma: "Carthago"
Tete: "Che significa?"
Mamma: "Cartagine, la patria di Annibale. In latino si chiamava Carthago"
Tete: "Allora vince Annibale.... Ma perchè la città la chiamano in latino?"
Mamma: "Perché era la lingua che si parlava a Roma"
Tete: "Ma insomma, si parla di Annibale o di Roma? Ho l'impressione che possa aver vinto Roma..."
Mamma: "Di tutte e due"
Tete: "Mi dici chi vince? Dai... Almeno l'iniziale"
Mamma: "No, sarebbe troppo facile"
Tete: "Dai chi vince, Chi vince, chi vince?"
Kija si riprende dal torpore del dormiveglia e serafico interviene: "Ettore. Vince ETTORE!"