martedì 24 novembre 2009

Le barzellette

In macchina, al ritorno dall'asilo. Si chiacchiera del più e del meno, della giornata all'asilo e al lavoro, del menu della mensa, degli amici che hanno portato a scuola il pupazzo di Ben10 o i Gormiti, del freddo e del fatto che Natale si avvicina...
Ad un certo punto Tete mi si rivolge serio: - Mamma, adesso ti racconto una barzelletta...
- Ok
- Allora, c'è un bambino che cade per terra mentre corre...
- ?!????
- Fa ridere, vero?
- Amore mio, quella non è una barzelletta. Anche se fa ridere
- A me faceva ridere... - interviene Kija
- Ideeeee (ridere) - interviene Fagino
- Non interrompete, sto parlando io e se parliamo tutti la mamma non capisce niente e non risponde a nessuno - riprende Tete - Allora.... cos'è una barzelletta?
- E' una storiella che fa ridere, ma deve essere raccontata in un certo modo e deve essere capita da tutti. Altrimenti non è una barzelletta.
- Ma come la storiella che ho raccontato io...
- Non proprio. Ma è difficile spiegarti la differenza. Te ne racconto una io: "C'è Pierino....."
- Bella, raccontala di nuovo che la imparo e poi la posso raccontare ai miei amici. Poi me ne racconti altre?
- Ma io non so le barzellette. Non me le ricordo... non le so raccontare. Però ho un idea: nella lettera a Babbo Natale, chiediamo anche un libro di barzellette.
Natale si avvicina e il prossimo impegno è la letterina.

giovedì 19 novembre 2009

Barack Obama

Kija gioca a carte da solo e le distribuisce sul tavolo mentre io preparo la pizza.
Alla prima carta che appoggia dice "Barack Obama". E poi ancora "Barack Obama, Barack Obama, Barack Obama, Barack Obama....".
Lo guardo perplessa e mi intrometto: "Ma almeno tu lo sai chi è Barack Obama?"
- "Certo mamma, è quel signore degli Stati Uniti... Il capo degli Stati Uniti"
- "Ah... bravo. E chi te lo ha detto?"
- "Papà...
- "E lo sai dove sono gli Stati Uniti?"
Kija mi guarda, mi stampa un sorrisone e ammette, candidamente, "No".
Interviene in soccorso Tete: "Gli Stati Uniti sono molto lontano, mamma. Pensa che bisogna andarci con l'aereo...."
- "E' vero - riprende Kija - con l'aereo...."

venerdì 13 novembre 2009

Sono grande: ho 4 anni

La meta dei 4 anni segna veramente l'età che avanza, il culmine prima del declino verso la veccchiaia, l'ambita meta per poter dire: sono grande.
Almeno così la pensa Kija che da quando a settembre ha raggiunto l'ambito traguardo ha modificato i suoi comportamenti, atteggiandosi a "uomo vissuto":
- si premura di dire a tutti quanti anni ha facendo anche il segno con le dita e dicendo che è "medio all'asilo"
- parimenti, fa notare a tutti che suo fratello Fagino invece "è monto piccolo" e glissa invece sul fatto che suo fratello Tete di anni ne ha 5,5. Se qualcuno glielo fa notare... risponde "sì, ma lui non mangia tanto e quindi tra un po' divento grande come lui..."
- non vuole più il bicchiere di plastica a tavola ma solo quello di vetro, affermando "tanto non lo lompo più"
- per lavarsi le mani, non ha più bisogno di aiuti e si arrampica sulla sedia per raggiungere il lavandino (questa decisione ha coinvolto anche Fagino che pretende anche lui autonomia nel lavarsi le mani e se qualcuno di azzarda a prenderlo in braccio grida "mio potto.... mio potto" e indica la sedia dove vuole salire per arrivare al lavandino)
- per lavarsi i denti, ha ceduto il cesto della biancheria a suo fratello Fagino e si sforza di raggiungere il lavandino dallo sgabello piccolo.
- inizialmente, ha tentato anche di ribellarsi al bavagliolo e l'ho convinto a ripristinarlo acquistandone tre nuovi di plastica (tutti rigorosamente uguali)
Ma il massimo lo ha dato alcuni giorni fa quando si è rivolto così a suo padre: "papà quando sono grande me la fai anche a me la barba?"

giovedì 12 novembre 2009

L'influenza

Da sabato... la febbre è entrata in casa nostra. Prima Kija che nel breve we dai nonni è crollato vittima del 38,5. Io e Dat rientriamo a casa sabato e sera giusto in tempo per occuparci dei pargoli ed entrambi i grandi, Kija e Tete, raggiungono l'ambita meta del 39,5 su cui si stabilizzano.
E così: lunedì, martedì e mercoledì, finalmente febbrati. A casa con la nonna-sitter.
Nanni... di giorno va al nido e nelle restanti ore zampetta allegramente tra i suoi fratelli ammalati. Personalmente, confido che la dose di antinfiammatori che si è sparato per l'ultima otite lo protegga.
Intanto, Fede e io cominciamo a dare segni di cedimento in una settimana lavorativa che è decisamente incasinata.
Mercoledì - ieri - il tracollo.
Dat ha la febbre e io... in visita ad un cliente ho rischiato il soffocamento per una crisi di tosse che non si placava. Un'altra crisi in autogrill un'ora dopo e a fatica mi sobbarco i 350 km che mi seprano dal mio lettuccio caldo.
La notte? Un inferno... che mi fa rinunciare ad una gita di lavoro ad Arezzo con partenza prebvista alle 4,30 del mattino e rientro alle 22.
Decidiamo entrambi, Dat ed io di dare forfait e quindi, i ragazzi sono andati tutti all'asilo (così possiamo stare tranquilli a curarci) e io e Dat siamo rimasti a casa.
Eccoci, coppia moderna, coricati sul divano, rivolgendoci invece di parole colpi di tosse, a svolgere un po' di tele-lavoro muniti dei rispettivi pc portatili e telefoni cellulari... in attesa che l'influenza se ne vada dalla nostra dimora.

martedì 10 novembre 2009

Femmine=rompiscatole?

Tete è in vena di confessioni: due giorni di assenza dall'asilo gli danno già la nostalgia e vorrebbe tornare a giocare con gli amici ma, secondo le sue parole, "non si sente ancora in forma".
Kija è crollato addormentato sul divano alle 6 del pomeriggio, spossato dalla febbre e Tete mi rivolge le sue confidenze...

- Sai mamma, con quella bimba piccola sto proprio bene (all'asilo i bimbi sono divisi in "piccoli", "medi" e "grandi")
- Come mai stai bene?
- E carina, giochiamo insieme, chiacchieriamo e, soprattutto, non mi dà fastidio.
- Ahhh
- Eh sì, è molto più educata di quelle due "medie" che mi danno sempre noia...
- Ahhh, perché. Cosa ti fanno "quelle due"?
- Ma te l'ho già detto, sono sempre lì a rompere, a fare dispetti, sono proprio delle femmine dispettose
- Ma non tutte le femmine sono dispettose...
- No, alcune no. La mia amica piccola, per esempio non è dispettosa... e poi è proprio carina.
Vabbé, domani stiamo ancora con la nonna ma poi giovedì ci andiamo as cuola, vero?

martedì 3 novembre 2009

La minestra di coccodrillo

E' tardi. Siamo stati in piscina e di cena non c'è molto di pronto. Ma in verità qualcosa in frigorifero c'è: la minestra di cereali che l'altra sera... i bambini non hanno voluto mangiare.
O meglio, ci hanno provato ma la stanchezza (mia) ha prevalso e, affaticata, ho ceduto.
Quindi l'avevano avanzata.
Questa sera, per cena l'ho riciclata ma per rinnovarla ho deciso di frullarla ed eliminare così fagioli e tutto ciò di dimensione maggiore ad un millimetro i piccoli avrebbero potuto trovare tra i denti.
Il colore finale era inquietante... "grigio topo" e le domande inevitabili...
- "mamma, di cosa è fatta?"
- "di verdure miste, amore"
- "ma cosa le dà questo colore... grigio, un po' rosa?"
- "mamma, - interviene Kija - ma come si fa il rosa?"
- "il rosa? rosso + bianco"
- "sì... però vorrei sapere cosa c'è dentro? Cosa le dà questo colore?"
- "coccodrillo.... verdure + carne di coccodrillo"